È cosa nota e universalmente riconosciuta che oggi i dati siano il “nuovo petrolio” dell’economia mondiale, la nuova fonte di ricchezza e vantaggio competitivo, di leadership economica per le imprese e i governi in tutto il mondo.
Non c'è dubbio che le imprese considerino i dati fondamentali per il loro futuro, tuttavia, i dati da soli non sono sufficienti per trasformare la strategia aziendale o guidare un processo decisionale più intelligente.
Le imprese devono di conseguenza evolvere per imparare a scoprire ed a gestire in modo strategico i propri dati e le informazioni dei propri clienti, creando processi e pratiche per incoraggiare la condivisione e la collaborazione dei dati, rivedendo al proprio interno non solo il ruolo della tecnologia e degli strumenti informativi, ma anche la propria organizzazione e le strategie volte a gestire, governare e proteggere i dati presenti in azienda.
La digital transformation che sta coinvolgendo il pianeta vede l’Italia nella posizione particolare di un Paese dove il tessuto economico è sostenuto principalmente dalle piccole e medie imprese locali: la loro trasformazione digitale è destinata per forza di cose a passare dai DataCenter e dal cloud, perché questo vorrebbe dire fare economie di scala dal punto di vista energetico e più in generale per una serie di spese, rendendo più agile ed efficiente la fase di transizione. E poter contare su Provider per quanto possibile “di prossimità”, anche se non troppo polverizzati sul territorio, è sicuramente una garanzia di una migliore assistenza al cliente e di prestazioni più “tailor made” per il tessuto produttivo locale.
Tuttavia, gli algoritmi e le infrastrutture necessarie non sono a disposizione di tutte le aziende (soprattutto quelle più piccole), causandone la perdita di competitività.
Il Punto Centrale è:
Quante aziende hanno a disposizione queste tecnologie e ne fanno appropriatamente uso?
Ci sono aziende in grado di offrire questi servizi sul territorio?
Come far partire un settore strategico quale quello dell’Information Technology IT, coinvolgendo altre risorse territoriali? Conoscere e saper applicare i nuovi trend tecnologici è oggi una condizione necessaria per pianificare le proprie strategie di sviluppo.
“A trasformarsi non sono solo i processi e modelli di business. A trasformarsi è il modo stesso di fare innovazione”
L’innovazione digitale sta spingendo a un cambiamento inarrestabile le logiche socioeconomiche, con un approccio trasformativo che richiede nuove attitudini personali, nei processi, nella singola impresa, in contesti e aggregazioni territoriali e regionali, e via via fino al Sistema Paese. Le dinamiche dell’innovazione innalzano ulteriormente la portata del cambiamento disegnando nuovi scenari. Siamo entrati nell’era della “multiplied innovation” e della concorrenza “ecosystem-based”: veniamo proiettati una spanna sopra le logiche prettamente sperimentali e la competizione azienda-azienda con cui abbiamo convissuto negli ultimi anni. Queste tensioni si riversano direttamente sulle dinamiche del mercato ICT, che prosegue la sua rapida trasformazione nella direzione già intrapresa, accentuando il rallentamento delle tecnologie tradizionali da un lato e l’effetto trascinamento dei nuovi paradigmi dall’altro, in primis i cosiddetti Acceleratori dell’Innovazione.
In questo quadro agiscono molteplici forze, tra cui resistenze di carattere macroeconomico che limitano le capacità espressive e di innovazione della domanda interna. Ne deriva un effetto positivo, che ci consegna un mercato totale ICT in crescita. Sottesa a questa dinamica non è più infatti solo l’incessante innovazione tecnologica e digitale; non è più soltanto un’offerta che deve “mescolare le proprie carte” con nuovo ingegno per competere; non è più solo il decisore aziendale che strizza l’occhio alle startup e a nuovi ecosistemi (parte del più grande fenomeno “xtech”). A dover essere compreso è il livello di strategicità pienamente raggiunto dagli investimenti ICT. Sarà quest’ultima consapevolezza auspicabile a tutti i livelli che farà da discriminante. E’ opportuno quindi riflettere sui fattori che possono rallentare questa presa di coscienza, a partire dalla fotografia quasi invariata che l’indagine anche quest’anno ci consegna: il rapporto tra spesa per l’innovazione e risorse per il mantenimento può senz’altro migliorare. Con questi elementi possiamo interrogarci in modo più profondo sulle mosse necessarie per avanzare nella “roadmap” della Trasformazione Digitale, su quale valore dare alla crescente maturità delle imprese, su quali correttivi inserire, su quale ruolo possono e devono giocare i nuovi paradigmi, dall’Intelligenza Artificiale all’IoT, per immaginare il “nuovo” senza tralasciare l’inestimabile contributo all’efficienza e all’integrazione dei processi esistenti.
OBIETTIVO:
L’Obiettivo principale è quello di far confluire il KNOW-HOW di Aziende leader mondiali nell’IT, insieme a realtà locali, quali Università e Istituti di Ricerca, verso il tessuto produttivo delle aziende, creando una sinergia tecnologica che possa far crescere la regione e metterla in condizione di poter affrontare le sfide del terzo millennio.
AMBITI OPERATIVI:INDUSTRIA 4.0 | Impiego della tecnologia per migliorare la produzione di prodotti. |
SMART CITY | Migliorare il funzionamento dei trasporti pubblici o dei tempi di attesa per servizi in ospedali. |
GUIDA AUTONOMA | Realizzazione di infrastrutture per rendere possibile la sperimentazione e implementazione della guida autonoma, dove l’accesso e l’interazione a Dati reali e attuali, consentono al veicolo di muoversi in sicurezza in scenari urbani continuamente in cambiamento. |
INTELLIGENZA ARTIFICIALE | Utilizzo della tecnologia per evitare lavori ripetitivi, creando nuove opportunità lavorative. |
BIG DATA | Business Intelligence per le Aziende per estrarre VALORE dai loro DATI. |